È così: quando si è giovani si vola in tutte le direzioni. Le opportunità attorno a noi sono molte e non vogliamo perderne nessuna. Da vecchi, ci rendiamo conto che una vale più di molte.
Chi ha molte speranze è un mucchio di cocci di vetro. Chi ha una sola speranza è una vetrata colorata di cattedrale.La mia vetrata è una scena: l'albero e i bambini sull'altalena.
È una scena paradisiaca. Mi sento felice solo a immaginare la gioia dei bambini. Nella vecchiaia i gusti alimentari delle persone cambiano: è sufficiente che ci sia data da mangiare ogni giorno l'immagine della felicità dei nostri nipotini.
Emily Dickinson ha scritto questa piccola deliziosa poesia: "Per fare un prato / ci vuole un trifoglio e un'ape! Un trifoglio, un'ape / e fantasia! Ma, se mancano le api, basta la fantasia". Bella e bugiarda! Questo è un difetto dei poeti. Se manca il cibo solido essi frequentemente mentono e fanno finta (come ha confessato Fernando Pessoa: "Il poeta è un fingitore") che le loro bugie siano cibo.
Era il caso della solitaria Emily, che si alimentava di prati virtuali. Io potrei anche mangiare cibi simili se fossi l'unica persona coinvolta. Ma i miei nipotini non sono virtuali. Sono bambini in carne ed ossa. Per loro la fantasia non basta. Quindi, per me, il finale della poesia dovrebbe essere un altro: "Ma, se mancano le api, dovrò chiamarle". Sarebbe facile se avessi un flauto magico, come quello della storia del pifferaio di Hamelin: suonerei la musica incantata e le api mi seguirebbero.
Poiché non ho il flauto, non mi resta altro da fare se non ciò che più gli si avvicina: tento di essere un educatore.
L'educatore è un creatore di mondi.Il suo desiderio è essere un dio, perché se lui fosse un dio potrebbe creare, da solo, il suo paradiso.
Gli basterebbe dire la parola magica e l'albero con l'altalena e i bambini apparirebbero.
Siccome non è un dio - avendo solo il sogno degli dèi senza averne il potere - non gli rimane che andare in giro per il mondo a parlare dei suoi sogni.
Mi viene alla mente l'immagine di quel fiore di campo, una pallina di sementi bianche: si soffia e le sementi escono volando come se fossero paracaduti, per andare a nascere là, lontano, dove il vento le ha portate. Così è l'educatore: una manciata di sementi-parole dove si incontra il sogno che lui desidera piantare. L'educatore manciata di sementi: una specie in via d'estinzione.
Prolificano invece i professori, specialisti nell'insegnare pezzi e frammenti (ogni materia un frammento). Siccome sono a servizio della scienza, a loro non rimane altra alternativa, perchè solo i pezzi e i frammenti possono essere trattati con obiettività scientifica.
Ma l'obiettività scientifica, da sola, non è sufficiente perché qualcuno desideri piantare un albero e fare un'altalena. Per questo è necessario l'amore.
La mia tristezza è provocata da questa constatazione: tutto indica che il mio sogno non si realizzerà. Le api sono poche, gli uccelli predatori sono molti. I prati vengono progressivamente sostituiti da cose morte.
Edward E. Cummings disse che "mondi migliori non si costruiscono: nascono". Ma da dove nascono? L'amore è l'unico potere da dove le cose nascono.
Ecco ciò che cerco di fare come educatore: insegnare l'amore.
I teorici dell'educazione rideranno di me - perché quello che a loro interessa è la trasmissione della conoscenza.
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Cerco colleghi nel compito di piantare alberi e costruire altalene.
brano tratto da libro di Rubem Alves Pedagogia del desiderio (EDB, Bologna 2015)